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"Oggi le parole del sesso - dico le parolacce dialettali, vernacole, plebee - sembrano non scandalizzino più nessuno. Se così non fosse sarebbe un vero peccato perché scandalizzare dà sempre la sua brava soddisfazione. Tuttavia, consentitemelo, io ho i miei dubbi che non lo facciano: i tabù difficilmente si eliminano, piuttosto si infrangono, vuoi per gioco, vuoi per ira, per spregio, per far ridere, per snobismo, per pura abitudine linguistica o per 'fintascienza'; com'è il caso di questo libro; che non è un manuale erotico, si badi, ma che si propone solo di mettere a nudo, è il caso di dirlo, la fantasia linguistica più riposta del triestino. E le reazioni, nel bene e nel male, sono ampiamente prevedibili. Del resto, è ovvio che questo non è un sussidiario ma, anche se non è fatto per i fanciulli della scuola dell'obbligo, almeno per quanto riguarda le parole, la loro origine il loro significato, si propone pur sempre di insegnare qualcosa."