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Questo libro è un'arma, con completa intenzione e volontà di esserlo. Completato all'incirca una settimana prima dell'assassinio di George Jackson, avvenuto il 21 agosto 1971 a San Quentin, il libro è stato fatto uscire dall'istituto penale con precise istruzioni su come pubblicarlo, quasi che l'autore sapesse di non poter vivere tanto da vederlo uscire a stampa. Ma sarebbe un errore considerarlo semplicemente l'opera di un individuo: migliaia di senza nome, dentro e fuori le prigioni, si uniscono in questa dichiarazione di guerra rivoluzionaria totale. Scritto da chi era rinchiuso in una cella di isolamento per almeno ventitré ore e mezzo al giorno, circondato da urla rauche che non smettevano mai - un vero e proprio manicomio -, "Con gli occhi al sangue" vuol far uscire dal carcere, in tutta la società, quella rivoluzione per cui, dentro al carcere, George ha lavorato ed è morto.