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Il 21 gennaio 1921 nasce a Livorno il Partito Comunista d'Italia, una delle forze politiche determinanti della storia italiana lungo tutto il Novecento, massimamente durante la Resistenza e la costruzione della Repubblica. Tuttavia questo libro non ritorna sulle pagine più note, dalla svolta di Salerno agli anni '70 con Enrico Berlinguer, ma indaga i primi cinque anni di storia della formazione marxista, capace di abbandonare a poco a poco le posizioni intransigenti e immobiliste di Amadeo Bordiga per diventare, con il congresso di Lione del gennaio 1926, il Partito di Antonio Gramsci e di Palmiro Togliatti. Quest'ultimi, insieme a Longo, Bordiga, Scoccimarro, Grieco, Terracini, getteranno i semi del futuro del partito, guardando sempre alla Rivoluzione d'Ottobre e sognando di realizzarla anche in Italia. Largo spazio è dato a una donna di straordinarie qualità, la prima in Italia a guidare un partito, Camilla Ravera, un esempio riuscito di emancipazione e di impegno femminile. Questa è quindi la storia di comunisti profondamente convinti di fare parte della Terza Internazionale, nella quale acquisiscono molta importanza le relazioni tra italiani e sovietici, un dialogo aperto e fecondo che non ha mancato di contribuire alla crescita di entrambi. Con documenti politici di Antonio Gramsci e Amadeo Bordiga. Introduzione di Emilio Sabatino. Postfazione di Massimiliano Ay.