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I saggi qui raccolti comprendono cinquant'anni di attività di György Lukács, dal 1910 al 1960. Lo sviluppo che si riflette, però, non riguarda soltanto l'autore - anche se qui abbiamo a che fare prima di tutto con l'esposizione diretta del suo pensiero -, ma anche l'ambiente in cui esso si è prodotto. Da "L'anima e le forme" a "Il marxismo e la critica letteraria", dai "Contributi alla storia dell'estetica" ai "Prolegomeni a un'estetica marxista", nei suoi primi saggi si ponevano, in un certo senso, gli stessi problemi delle opere mature. Si giustifica così che siano qui riuniti insieme. E non è forse un caso che il loro destino sia stato il medesimo nonostante le grandi crisi e svolte interne: se i primi scritti furono scomodi tanto per la storiografia letteraria ufficiale quanto per "Nyugat", reazioni analoghe hanno suscitato le acquisizioni più mature in molti critici: in Lászlo Rudas, da una parte, e in Garaudy, dall'altra. In tal senso, a dispetto di tutti i mutamenti e di tutte le svolte, questo sviluppo presenta una linea unitaria, una sua continuità. Introduzione di Emiliano Alessandroni.