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Dopo l'assassinio di John Fitzgerald Kennedy, Léo Sauvage fu tra i primi a contestare il rapporto della commissione Warren che indicava in Lee Harvey Oswald il responsabile dell'omicidio del Presidente. Sauvage, allora corrispondente negli Stati Uniti per "Le Figaro", iniziò a nutrire forti dubbi sulla ricostruzione ufficiale, probabilmente frutto di un'operazione di depistaggio e insabbiamento, e ben presto si convinse che il Presidente era stato vittima di un complotto, così come lo stesso Oswald, arrestato poche ore dopo l'attentato e ucciso due giorni dopo da un agente della polizia di Dallas, mentre stava per essere trasferito alla prigione della contea. Domande scomode, rimaste in sospeso, congiunte a un'analisi serrata e puntuale, che tentano di fare luce sul delitto politico più misterioso del XX secolo.