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Che cosa rappresenta la Sfinge? E in che modo può gettar luce sull'uomo e sulla cultura? Al pari di tanti altri esseri mostruosi delle più disparate mitologie, la Sfinge, per Róheim, è la rappresentazione simbolica della "scena primaria", ovvero l'unione dei genitori nel coito, visione traumatica, tipica dell'infanzia, che vede il bambino teso a parteciparvi idealmente ma col divieto di farlo nell'effettivo. Ne "L'enigma della Sfinge", la sua opera forse più importante, Róheim si propone dunque di chiarire cosa sia la cultura, cosa cioè differenzi l'uomo da tutti gli altri animali, individuando proprio nei traumi dell'infanzia la matrice di ogni civiltà, a partire dai quali si sviluppa un meccanismo di difesa e di sublimazione che ne determina la struttura. Riallacciandosi alla teoria freudiana espressa in "Totem e tabù", Róheim rintraccia nell'origine traumatica, nell'essenza repressiva e nel principio di rallentamento, il problema della nascita della cultura che coincide, in ultima istanza, con la nascita del Super-io.