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Di lui non conosciamo neppure il nome ma solo l'appellativo con cui era designato: il Buddha, "colui che si è risvegliato alla conoscenza". Il mistero attorno alla vita di questo personaggio, alla sua fama e alle conquiste dei suoi accoliti, è raccontato con dovizia di particolari dal più importante orientalista del Novecento. Ne emerge un insegnamento semplice: tutto ciò che appare reale e a noi esterno è impermanente. Tutto è un susseguirsi, un continuo scorrere, un "panta rei" in cui ogni individuo eredita, nel suo modo di essere e di pensare, le conseguenze del suo precedente, responsabile agire. Non solo, per Buddha non esiste differenza fra gli uomini: tutti possono essere accolti come discepoli e iniziare il cammino verso la soppressione definitiva del dolore. Questa è attuabile in ogni momento seguendo il cammino appropriato, fatto di meditazione sullo svolgersi delle varie situazioni in cui l'uomo si trova. Tucci ci svela tutta la profondità e l'umanità di una filosofia e una pratica centrali ancora oggi in tutto il mondo e le cui origini si perdono nella notte dei tempi.