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Considerato da Borges e Caillois un maestro del fantastico, Papini si impose all'attenzione del pubblico come narratore fin dalla gioventù, con l'uscita delle fortunate raccolte Il tragico quotidiano (1906) e Il pilota cieco (1907). Da allora continuò a coltivare l'arte del racconto fino agli anni Cinquanta, proponendo uno stile narrativo limpido e visionario al tempo stesso, che insinua l'ombra del mistero nella cronaca della realtà quotidiana. Dopo oltre sessant'anni di assenza dalle librerie, il lettore ritrova finalmente in un unico volume tutte le raccolte narrative di Papini e i suoi racconti dispersi o dimenticati, tra cui la straordinaria Vita di nessuno (1912). Ne emerge il profilo di un narratore di statura europea, da riscoprire anche per la sua capacità di intuire e prefigurare le inquietudini del mondo attuale.