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È la vigilia di Natale. Omero Sgueglia, il cuoco-detective dell'Hotel Furore che detesta la supponenza degli chef televisivi quanto l'invadenza dei turisti d'assalto, è alle prese con un piatto tipico della cucina natalizia napoletana: il capitone. Ma la bestia prima di lasciarsi decapitare, come da tradizione, gli sguscia di mano, si precipita verso il mare e raggiunge la libertà. Omero e i suoi aiutanti che l'hanno inseguito invano, restano con un palmo di naso, ma nella piccola rada dell'albergo vedono galleggiare sotto i loro occhi un corpo umano decapitato. Come un capitone. Chi è la vittima? Chi l'ha uccisa? Come è finita lì? Il mistero è fitto e il maresciallo Salvatore Di Salvo, investigatore impacciato, ma abile cuoco, chiede l'aiuto del suo amico Omero. E sarà attraverso le sue «punture di spillo» che il cuoco riuscirà scoprire l'incredibile verità, dando un senso ai tanti indizi contraddittori raccolti tra personaggi bizzarri, episodi curiosi e colpi di scena improvvisi, sullo sfondo di una Costiera Amalfitana protagonista anch'essa della vicenda. Il romanzo è il terzo della serie «I delitti della Costiera», dopo "Omicidi all'acqua pazza" e "La scapece assassina".