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Un «diario di guerra» di un sottotenente nel corpo di spedizione britannico mandato sul fronte italiano, tra il luglio del 1917 e il dicembre del 1918. Da Caporetto a Vittorio Veneto. Ne viene fuori un senso di stima verso gli italiani, altre volte l'ironia, come quando si sofferma sugli «imboscati», un per la verità raro riconoscimento delle virtù militari. A differenza di quanto fatto da scrittori italiani come Comisso, Prezzolini, Lussu che hanno raccontato la Grande Guerra, la descrizione di Dalton è lontana dal tono pessimista e disfattista abituale. La cronaca è asciutta, quasi asettica: il combattimento da considerare come incombenza della vita, da cui non ci si può sottrarre. Un libro che è anche una dichiarazione d'amore per l'Italia, le sue città, il suo paesaggio, la sua gente, descritti quasi con poesia.