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Il saggio tratteggia un acuto e spietato affresco sociologico della disoccupazione nell'Italia della Seconda Repubblica, in particolare sul finire di essa, uno spaccato di vita quotidiana che abbraccia tutte quelle "risorse umane" che si muovono da tempo alla ricerca di un'opportunità lavorativa. Nel titolo una metafora letteraria e l'allegoria dell'Inferno dantesco suggeriscono che anche Caronte non è più in grado di dare speranza alle anime, le risorse umane appunto, che devono essere trasportate sull'altra sponda del fiume. Prefazione di Laura Pertici.