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Nei paesi sviluppati il settore primario svolge ancora un ruolo vitale, pur impiegando sempre meno forza lavoro e contribuendo al PIL in percentuali più ridotte. Esso infatti fornisce beni collettivi irrinunciabili: l'autoapprovvigionamento alimentare; l'impiego responsabile di una risorsa primaria come la fertilità dei suoli; la regolazione dei flussi delle acque meteoriche superficiali; l'accumulo di anidride carbonica nella biomassa e nel terreno. L'attività agricola, zootecnica e forestale è comunque svolta da imprese, che seguono una logica di profitto. La regolazione delle attività produttive, per raggiungere il necessario equilibrio fra interessi collettivi e individuali, è compito del decisore politico, che a tal fine impiega incentivi e disincentivi, azioni d'indirizzo e di sostegno: atti e norme che sono l'aspetto operativo e visibile della politica economica pubblica per l'agricoltura. L'oggetto di questo volume è la presentazione degli obiettivi e degli strumenti di politica pubblica adottati dall'UE e dallo Stato italiano relativamente all'agricoltura e alla selvicoltura. Il periodo considerato parte dai primi anni del Novecento, il che aiuta a cogliere l'evoluzione degli obiettivi perseguiti e degli strumenti usati. Il volume si rivolge agli studenti delle discipline agrarie, forestali e territoriali, ma anche ad amministratori pubblici, decisori e coltivatori.