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È saturo di magia il racconto di Aldo Comello, un po' noir, un po' gotico. Perversioni in sequenza si intrecciano nelle sue pagine che raccontano un paradiso scomodo: molto televisivo con le tre gatte che servono il caffè al bar, molto burocratizzato, alla fine troppo umano, che non sublima ma riproduce la fatica del vivere dell'"aldiquà". In un vortice di episodi, spigolati con sapienza e sagacia, un andirivieni diacronico nella storia di Padova, oltre che in quella personalissima dell'autore. Curiosità, chicche, personaggi, memorie intermittenti di un giornalista/cronista intemperante in uno stile ironico, affabulatorio, ricco di rinvii e di citazioni che arricchiscono il lettore.