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Il saggio si pone l'obiettivo di studiare il contributo della Corte di Giustizia dell'Unione Europea all'elaborazione del concetto di buona amministrazione, prendendo in particolare considerazione il ruolo che il dovere generale di correttezza, patrimonio comune degli Stati membri, svolge in questo campo. Il fertile percorso circolatorio dei valori propri delle varie tradizioni giuridiche nazionali accresce la sensibilità dei Giudici comunitari, le cui decisioni sembrano in grado di delineare nuove declinazioni del principio e ulteriori tipizzazioni di quegli obblighi di comportamento che, nell'Ordinamento interno, traggono alimento dalla valenza precettiva dell'art. 97 della Costituzione. L'elaborazione di standard europei di buona amministrazione sembra poter, così,arricchire anche il piano delle regole che si impongono nell'azione degli uffici finanziari.