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Un'evidenza appare: l'Italiae non è costituita da un popolo, ma da tanti popoli che hanno scelto di vivere insieme. Non si voglia urtare la sensibilità nazionale, ma ogni ripartizione territoriale ha una propria mentalità. Gli autoproclamati ciechi difensori dell'identità nazionale, come gli esagitati detrattori della Nazione, dimostrano di non essere affatto consapevoli di ciò che l'Italiae è destinata a volere. Entrambi sono succubi dell'illusione che esista un solo popolo italiano. Il buon governo di un Paese presuppone, se non altro, una buona conoscenza delle sue caratteristiche e mentalità distintive. La fine del comunismo, la secolarizzazione, la crisi delle istituzioni, le nuove ricchezze e le nuove povertà riportano alla luce il vero carattere antropopolitico dell'Italiae. Un'Italiae che necessariamente raccoglierà il portato della storia e degli ideali degli italiani che l'hanno fatta con il Risorgimento, degli italiani che l'hanno disfatta col fascismo, degli italiani che l'hanno rifatta con la Resistenza e degli italiani pronti a rarefarla con la secessione. Forse per, poi, ricominciare tutto daccapo. Prefazioni di Mario Bertolissi e Ilvo Diamanti.