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Duecento anni orsono, forse in primavera, il ventunenne Giacomo Leopardi completava L'infinito, quindici endecasillabi sciolti destinati a diventare tra i brani più celebri della letteratura italiana. I versi scritti a Recanati avanzano da due secoli tra l'immaginario collettivo per giungere intatti ai giorni nostri, senza mai essere stati sfiorati dall'ovvio: da sempre apprezzati dalla critica letteraria, dal mondo culturale, dalle istituzioni scolastiche, perfino dai mezzi di comunicazione di massa. Quarantasette poeti e quattordici artisti contemporanei, da ogni parte d'Italia, hanno rielaborato, ciascuno a proprio modo, le suggestioni del testo leopardiano. Alcuni hanno tratto ispirazione dalla struttura del lessico, dall'impronta autobiografica dell'autore, dai luoghi originari e dall'incontro di essi con la fantasia di un hic et nunc a se stante; altri hanno reso tributo al grande recanatese scovando echi e risonanze di quel sublime mondo interiore; l'attenzione alla scrittura ha accomunato le composizioni in metri classici e l'utilizzo del verso libero; la potenza del canto ha nutrito estrose sfumature figurative e ispirato complesse tracce astratte.