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Il libro narra le vicende più salienti del piccolo, ma strategicamente importante, castrum di Lugnano nel basso medioevo. L'opera include tre saggi: nel primo Emilio Lucci offre un'ampia ricostruzione della storia di Lugnano dal XIII al XVI sec., in cui, proprio per la sua importanza strategica, il castrum fu sempre terreno di scontro, partecipando a tutte le vicende che interessarono le terre della Chiesa in questa fase storica. Nel secondo saggio, ancora Lucci si occupa della chiesa rurale di S. Paolo, contesa tra potentati locali da un lato e la mensa vescovile e il comune di Amelia dall'altro, autori di una scorreria che porterà adun lungo, documentato processo davanti alla curia pontificia. Nell'ultimo saggio Antonio Santilli si concentra sul lungo e stretto rapporto che ha legato Orvieto e Lugnano tra il XIII e l'inizio del XV sec., che si caratterizza sia per l'importanza che gli orvietani hanno sempre attribuito al controllo del castrum, caposaldo al confine sud-orientale del loro territorio, sia per la volontà dei lugnanesi, più volte manifestata, di mantenere questo rapporto.