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È tutta una danza il cui ritmo è dettato dai ricordi, dai sentimenti e dalle parole in musica. In questo lungo racconto/saggio/romanzo, omaggio al tango e alla sua massima espressione, si legge il cuore di un uomo che ama. Un uomo che ama la vita, un uomo che ama la storia, un uomo che ama le origini, le radici, la terra. Helman sceglie di farsi trasportare. Poco importa che siano musica o ricordi, per lui tutto questo è vita, espressione, essenza. Parte dalla sua giovinezza, raccontando - sempre con vena poetica - gli anni del terrore a Buenos Aires (la sua amata città, gioiosa e viva), dei desaparecidos e della sua fuga in Italia. E la forza di Helman è proprio quella di seminare bellezza anche dove c'è terrore, di vedere ritmo e musica anche dove la sorte pare remare contro. In questo estratto di vita così pieno, ecco che trova spazio anche una parte più didascalica: la storia di un genere che è cultura ed essenza radicata di un popolo. Helman racconta con gusto godereccio e immerge il lettore in una dimensione esotica.