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Come ci si sente quando non si è se stessi? Bruciano i polmoni in un grido soffocato che non esplode in suono? No, per Tobia, sedicenne inglese, omosessuale nascosto, è ben diverso: «Io la vedo più come se mi trovassi in una stazione dei treni, sotterranea, dove i miei stessi pensieri riecheggiano contro le pareti spoglie; aspetto il mio ma non arriva mai, sento un unico, silenzioso, rumore bianco provenire dal fondo della galleria buia, che mi ricorda chi sono e cosa potrei mostrare al mondo se solo riuscissi a salire su quel vagone e a raggiungere la superficie». Alla scuola Pridgerton la vita non è né semplice né difficile, ma del resto questo è il vivere di ogni sedicenne. Le cose per Tobia cominciano a cambiare nel momento in cui nella sua vita si affaccia uno spilungone anglo-giapponese, Tsuki, appena giunto nella scuola, che da subito si rivela per quello che è, facendolo davanti a tutta la classe: «Mi piacciono i ragazzi» dice tra i vari interessi sciorinati durante la propria presentazione, quasi fosse la cosa più facile e ovvia del mondo. Tobia non crede alle sue orecchie...