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"Dribbling largo" è la storia del Merincha (crasi calcistica fra Gigi Meroni e Garrincha), ex giocatore cinquantenne allo sbando. Un talento sprecato che si confronta con la propria stramba vita, fra ricordi, riflessioni e ossessioni che coinvolgono una moglie (ex), un figlio musicista e un giornalista già amico che lo bracca per un'intervista. Un romanzo che procede per accumulo di frammenti, fra digressioni, precisazioni e omissioni. Una giostra in cui sfilano e si esibiscono calciatori, allenatori e sognatori, accompagnati da una colonna sonora che assembla Micah P. Hinson, Vasco Rossi e Paolo Conte. Ogni capitolo è il tassello di un mosaico più spiazzante che abbagliante. Anche se alla fine i conti tornano, e il mosaico pure, in tutta la sua bellezza e completezza, in zona Cesarini. Perché il Merincha è un funambolo ossessivo e a suo modo trasgressivo non solo del dribbling, ma anche della parola, e il suo io debordante nasconde un segreto. E la sorpresa, come il veleno, è nella coda.