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Angelo Adamo Gregucci da San Giorgio Ionico, professione stopper, attraversando nella sua lunga carriera di giocatore tutti gli anni Ottanta e Novanta, ha vissuto il passaggio epocale da un calcio fatto di duelli rusticano-individuali, in cui aveva sempre l'ingrato ruolo di marcare il centravanti avversario, a un sistema sempre più caratterizzato dalla difesa a zona. Sistema a cui peraltro si è perfettamente adattato dall'incontro con un tecnico "zonista" come Carlo Ancelotti, che l'ha poi convinto a intraprendere la strada di allenatore una volta smessi gli scarpini. Sul campo ha vestito le maglie di Taranto, Alessandria, Torino, Reggiana e soprattutto della Lazio, riuscendo a vivere da protagonista assoluto il favoloso settennato che portò la società biancoceleste da un campionato di serie B con nove punti di penalizzazione al ritorno in Europa, riconquistata dopo sedici anni. Come allenatore, il suo percorso è stato segnato dalle salvezze miracolose con Venezia e Salernitana nella serie cadetta, da un magnifico triennio col Vicenza - che l'ha fatto diventare uno dei tecnici più longevi e amati dell'intera storia biancorossa - e da un primato storico, ottenuto portando una squadra di terza categoria, l'Alessandria, alle semifinali di Coppa Italia. La sua carriera di tecnico si è poi legata strettamente a Roberto Mancini, di cui oggi è collaboratore alla guida della Nazionale italiana dopo esserlo già stato alla Fiorentina, al Manchester City e allo Zenit San Pietroburgo. Una storia intensa, che ora ci viene raccontata in prima persona con un'attenzione particolare alla sua irrinunciabile componente sentimentale, sempre centrale nelle scelte di Gregucci. In fin dei conti, una lunga storia d'amore, destinata a tutti gli innamorati del calcio. Prefazione di Eugenio Fascetti.