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Papere e infortuni, ma anche incidenti stradali, sciagure aeree, colpi di Stato, evasioni, alcolismo, cocaina, fulmini in campo, lutti in famiglia, sciagurate scelte tecniche e discriminazioni politiche. Abbandonato alla sua proverbiale solitudine nello sport di squadra per eccellenza, dotato di poteri straordinari come l'uso delle mani ma proprio per questo immeritevole di pietà quando non riesce a evitare la disfatta del gol subìto, il portiere sa di ricoprire un ruolo naturalmente esposto al vento malevolo del destino. E il vento soffia spesso anche fuori dal campo, tant'è che attraverso le disavventure dei suoi goalkeeper si può ripercorrere tutta la storia del calcio. Dal 1885 ai giorni nostri, dall'epoca naïf dei pionieri a quella del professionismo esasperato, tra leggende e meteore, campioni e semplici comparse, ecco una magnifica carrellata di interpreti del ruolo che hanno dovuto fare i conti con la sfortuna più nera. Da Wharton, discendente della famiglia reale ghanese finito a partecipare agli scioperi nelle miniere inglesi, a Ceresoli, che s'infortunò per due volte consecutive alla vigilia delle due coppe Rimet poi vinte dall'Italia; da Barbosa, che in quarant'anni non riuscì mai a farsi perdonare il gol di Ghiggia, a Dasaev, a cui la magia di Van Basten nella finale europea spense la luce; da Duckadam, colpito dall'invidia del figlio di Ceausescu dopo l'impresa in Coppa dei Campioni, alla favola olandese senza lieto fine di Jongbloed, il portiere tabaccaio; da Marchegiani, a cui non bastò un ottimo Mondiale per cancellare il ricordo dell'unica serata storta della carriera, a Garella e Giuliani, travolti dal ciclone Maradona. Tra epica e ironia, mitopoiesi e iconoclastia, un libro pieno di amore per il calcio e per i suoi protagonisti più drammaticamente letterari. Prefazione di Sandro Veronesi.