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"Top Gun", che consacrò fascino e carriera di Tom Cruise. Highlander che diede fama internazionale a Christopher Lambert. "Platoon", vincitore di ben quattro Oscar, che dall'American Film Institute è stato inserito tra i cento migliori film statunitensi di ogni epoca. "9 settimane e mezzo", che ha contribuito a costruire e determinare l'immaginario erotico di più generazioni, eleggendo a sex symbol i suoi protagonisti: Mickey Rourke e Kim Basinger. Sono solo alcuni dei grandi titoli della storia del cinema, veri e propri cult, che quest'anno, festeggiano il loro trentesimo anno di "vita" e successo. Differenti per ambientazioni, storie e genere, infatti, sono tutti lungometraggi del 1986, un anno decisamente prolifico per il cinema, in generale, ma, in particolare, per i suoi nuovi "classici". Nello stesso anno, arrivarono nelle sale anche "La Mosca", "Il nome della Rosa", "Il colore dei soldi", "Stand by me", "Il bambino d'oro", senza dimenticare l'interpretazione di David Bowie in Labyrinth e molti altri. A trent'anni di distanza dall'uscita, un salto indietro nel tempo per ricordare le emozioni dell'epoca e, più ancora, analizzare i motivi che hanno trasformato quei lungometraggi in titoli iconici.