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Terra di confine, il Friuli. Fertile e succosa, culla di storie e antichi passaggi. Terra di sole, la Sardegna. Mare e acqua trasparenti che celano memorie di soprusi e violenza. Due donne scavano nel passato delle loro famiglie per cercare di afferrarne i sogni. Guidate da parole antiche, vengono sospinte verso un luogo di incontro dove spazio e tempo si arrestano. Timide protagoniste di questo romanzo, Nika e Greta, preferiscono lasciar parlare i personaggi del loro passato. Emergono, a tratti, solo per tirare le fila del racconto, per fare ordine, per districarsi nell'ingarbugliata rete delle emozioni che i ricordi portano in superficie. E, sulle ali delle loro trame, Nika e Greta ripercorrono i sentieri di guerra, il Carso, dove cresce rigoglioso il sommacco, le cui foglie d'autunno, per beffa della natura, si tingono di rosso sangue a futura memoria delle genti che lo ammireranno. In ognuna delle sue foglie scorre sangue di guerra, in ogni sua nervatura è inciso il nome di un suo soldato. Con una prosa poetica e incisiva, Graziella Coni e Marzia Fabro concretizzano il fragile universo delle rimembranze.