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Santa Monica, 2002. Chet Evans, un adolescente come tanti, uccide Alex, suo compagno di scuola, durante una festa. Nessuno lo vede, nessuno lo sente ma, quando esce dal bagno con le mani insanguinate, viene scoperto da Gloria, sua unica amica. L'inconfessabile consapevolezza di essere un assassino e la ricerca del perdono da parte della ragazza, accompagnano il protagonista in un mondo in cui la caccia al diverso è istituzionalizzata e dove Nebez - capo della banda cui apparteneva lo stesso Alex - ha sete di vendetta. Solo grazie a Gloria, Chet riuscirà a scavare dentro di sé e a smascherare il mostro celato nella sua mente. Con un linguaggio crudo e spesso preso in prestito dalla teoria matematica, "Polvere di Cantor" è metafora della parte interiore che portiamo sempre con noi: per quanto il mondo possa cercare di cambiarla, costringendoci ad adattarci al futuro e al pericolo, quella parte resiste, è il nucleo che ci distingue dalle macchine, è ciò che definisce la nostra identità.