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All'inizio, finché non si spezza il fiato, sembra di stare in salita anche su piano, le gambe legate, le spalle impigrite dal sonno o incassate dalle ore lavorative. Poi i bpm si assestano al passo di marcia, il sangue prende a scorrere veloce nelle vene, mentre pensieri, immagini e suggestioni schizzano impazziti nel cervello, con la musica che fascia le orecchie e le cuffie si fanno tutt'uno con il padiglione. Musica che, a riascoltarla dopo, seduti o passeggiando per strada, richiama quella folla di enunciati verbali e visivi, tutti di corsa, accaldati, sudati, fino a colare e ad asciugarsi sulla carta.