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Un viaggio tra le forme e gli usi del latino, dalle sue lontane origini indoeuropee alle più vicine propaggini romanze, captando i segnali fugaci della lingua parlata e meditando le parole imperiture di poeti e letterati, delineando l'evoluzione di fonetica, morfologia, lessico e sintassi e ragionando sulle fonti, per apprezzare la varietà dei registri e cogliere, attraverso i segni e i fenomeni della lingua, il codice culturale di una civiltà. Il resoconto fotografa una realtà polimorfa, ben lontana dalla staticità delle forme classiche, in cui il latino di Cicerone, modello perfetto di stile e di pensiero, è solo una delle tante voci che accompagnano il viaggiatore. Osservata nel suo complesso, la lingua di Roma appare un sistema esposto a continue sollecitazioni per via di mutamenti sociali, politici e culturali, segnato da molte varianti sincroniche e diacroniche in ragione dell'eterogeneità del corpo sociale, della vastità delle aree interessate dalla romanizzazione e dei numerosi contatti con le popolazioni vicine.