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"Da alcuni decenni l'interesse per il paesaggio e per l'architettura rurale non è mai venuto meno, e soprattutto non è venuta meno la curiosità di approfondire gli aspetti di quella che per molti è considerata 'architettura minore', 'popolare', 'vernacolare', 'rustica', 'contadina', 'spontanea', 'folcklorica' e via dicendo. Partendo dal principio che: 'Ogni edificio costruito seguendo presupposti tradizionali', come scrive il Guénon, 'presenta nella struttura e nella disposizione delle varie parti di cui si compone un significato cosmico, conforme alla relazione analogica tra macrocosmo e microcosmo', credo che questo concetto non valga soltanto per i templi o per gli edifici che hanno una destinazione sacra, ma si possa adottare anche per le semplici abitazioni umane in quanto 'non c'è niente di profano nelle civiltà integralmente tradizionali, tanto che solo per effetto di una profonda degenerazione si è potuti giungere a costruire case senza proporsi altro scopo che rispondere ai bisogni puramente materiali dei loro abitanti'." (L'autore)