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È soprattutto nel Medioevo che si diffonde la pratica di redigere Bestiari, che non esprimevano affatto un interesse specifico per la componente zoologica, che anche prospettavano, ma invece spiegavano e proponevano esempi di fede religiosa, attraverso comparazioni tra il comportamento e la natura degli animali e quelli degli uomini. Anche nella descrizione delle bestie l'intento è quello di ricavarne il significato simbolico in versione mistico-teologica. E il termine "bestia", come spiega il Fisiologo latino Versio Bis, spetta propriamente a leoni, leopardi, volpi, tigri, lupi, scimmie, orsi, e altri animali che infieriscono con la bocca o gli artigli, non ai rettili. I Bestiari costituirono perciò uno strumento indispensabile per scultori, miniatori, pittori che venivano chiamati a decorare chiese, altari, palazzi, manoscritti. I Bestiari medievali traggono tutti origine dal Physiologus greco (II-III sec. d.C.). Ad esso si rifaranno tanto il Fisiologo latino del primo medioevo che quelli dell'età romanza, che ritroveremo poi, spogliati spesso del loro valore più ancestrale, ma non di quello allegorico, nell'Iconologia di Cesare Ripa, alle origini dei modelli dell'età barocca.