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"Il lavoro di Ludmilla Cerveny, giovane artista e fotografa, con una formazione in architettura, sembra avere l'obiettivo di costruire storie, tracciare narrazioni, con sottili disegni o presenze più concrete, tridimensionali, o ancora attraverso l'apparizione eterea e sfuggente di luci e ombre in movimento. Tutto entra a far parte di un gioco che mette in scena e libera il pensiero infantile dai dettami della logica stringente. Seguendo il percorso delle sue opere è possibile individuare con chiarezza un filo sottile che tutto lega secondo forme, linguaggi e materiali diversi. L'ossatura si struttura intorno ad alcuni elementi fondamentali, una sorta di alfabeto da cui partire per indagare il concetto di architettura e offrirne un'interpretazione squisitamente personale". (Dall'introduzione di Emilia Giorgi)