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L'arte di far debiti è un libello dotato di chiarezza, capacità di sintesi e gusto, alla maniera transalpina, per quel genere di polemiche a metà strada fra il contrasto delle idee e l'iperbole letteraria. L'autore, personaggio pubblico assai noto nella Francia dell'età della Restaurazione e che assomiglia un po' a Voltaire e un po' a Swift, vuole mettere alla berlina certe ortodossie degli economisti del tempo, e lo fa ricorrendo a paradossi e verità apparentemente estremi che, letti col senno di poi, hanno il sapore acre proprio delle intuizioni anticipatrici. In breve, un vecchio testo che parla quasi il linguaggio dell'oggi e forse può persino aiutarci a intendere meglio i nostri destini di indebitati cronici in una stagione di incipiente e forse irreversibile declino.