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«Furono per me più chiarificati i versi di Manfrecola dopo averlo conosciuto personalmente come se la sua persona vi avesse contribuito a portare luce, la presenza di quella parola viva in lui, che si muoveva nella genuina semplicità dell'essere, con i suoi modi fuori dalle moderne convenzioni che io definisco insensate e asettiche e che Pasolini stigmatizzava come il frutto malato della società tecnica. Vi era invece in lui una certa freschezza, come quel ruscello di parole che zampillava fuori, e la poesia, d'altra parte, sorgeva proprio dalla medesima fonte viva. E per noi che restiamo dopo la sua scomparsa, con questo volume postumo a renderne testimonianza, sia questo un monito, una benedizione, un battesimo di vita nella vita.» (Mattia Leombruno, Fondazione Mario Luzi)