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«La ricostruzione di questo appassionante racconto è tale non solo per la particolarità del vissuto, a carattere personale e biografico dell'autrice, per la commovente delicatezza che vi affiora sul filo radente delle parole, ma perché la piccola storia delle nostre vite tutte è, in fondo e nell'animo addentro di noi stessi, anche la carne cagionevole e piangente, lieta e pensosa della storia del nostro tempo, e ancor di più di ogni tempo e luogo quando si va veramente al fondo in quel declivio scosceso che è l'indicibile parola di noi, la taciuta e inesprimibile parola che ci sommuove con quel comandamento del silenzio per il quale molto è dato dire delle cose umane, poco o nulla dello spirito che ci abita eppure ci orienta, ci infonde una luce che non ha voce ma colori molti.» (Mattia Leombruno, Presidente Fondazione Mario Luzi - marioluzi.it)