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"Quest'opera di Paolo Gueli è un toccante romanzo che tenta una via mediata fra la realtà e la prosa, eppure si mantiene così fortemente ancorato alla vita, che ce ne mostra i volti fra i più dolenti e commoventi per l'animo. D'altra parte nulla è più toccante della vita innanzi a se stessa, di noi ai suoi piedi, esitanti come al primo giorno d'esordio. La realtà è figurata, simbolica, allegorica perché ascende a una immagine alta di sé, a un bagliore di luce che trafigge gli occhi, la narrazione, e travolge noi lettori e ci invade l'animo. La vicenda, organizzata in forma di diario, narra gli ultimi giorni di Aldo Manlio Leto, quarantenne affetto d'autismo, alle prese con il duello più cruento, con la malattia, l'epilogo dei suoi ultimi giorni. La vicenda, struggente di suo, è però una sorta di trampolino di lancio per scagliare lo sguardo, la mente e il cuore il più lontani possibile, per spingersi ai confini dell'esistenza e dell'immaginabile, tentare una ricognizione di sé e del proprio tempo. Ecco che affiorano come in una inattesa primavera la fioritura di tante riflessioni attorno alle ore più cupe." (Mattia Leombruno)