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"'La panchina senza angeli' è la curiosa opera di un giovane autore in versi. Si tratta, in vero, di un più ampio progetto umano e creativo, mediato nelle varie forme di espressività e comunicativa, fra le quali le immagini e le sonorità. Di qui il timbro teatrale e rappresentativo che pervade il testo tutto, calato in realtà vibranti e talora depresse o depressive della corrente quotidianità moderna, inteso quale attento e analitico sguardo sul mondo. Ne emerge un quadro di un'umanità a tratti schizoide e sclerotizzata su modelli culturali sterili e inerti, ormai incapace di generare vita nella vita, eppure l'autore si serve di queste plastiche cadute dell'animo, di tale cascame per prefigurare il desiderio e la necessità di una nuova rinnovata salvezza dello spirito che ci battezzi nel futuro di una rifondazione globale." (Dalla prefazione di Mattia Leombruno, Presidente della Fondazione Mario Luzi - marioluzi.it)