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"L'autore mostra di possedere una capacità di movimento interiore, nel ventre della sua stessa scrittura, che lo porta ad improvvise accelerazioni sceniche, fino ad una loro pacifica quiescenza, calate progressivamente in una discesa intima e intimista del mistero insondabile dell'esistenza, del dramma e della gioia di vivere dei suoi stessi personaggi. La morte, culmine della stessa vita, sua compresente sorella, è anche innesco incandescente per la natura dell'uomo e di questo romanzo, da cui muovono carovane di pensieri a ritroso nella mente e nello spirito, all'avventura di nuovi e inediti tracciati interiori, un recupero della memoria che porta direttamente in alto, al cielo, all'emblema delle costellazioni che risplendono in noi, con la dirompente forza di un canto notturno di un pastore errante dell'Asia." (Dalla prefazione di Mattia Leombruno, Presidente della Fondazione Mario Luzi - marioluzi.it)