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"La poesia di Silvia Tomassini è perfettamente calata nel solco del Novecento. Quest'aspetto è riscontrabile non tanto dal dato storico, cui in qualche misura vi è un espresso o talora tacito riferimento, ma, anche e soprattutto, dalle implicite connessioni, in forma di similitudini o richiami, con quel particolare contesto culturale che fu del secolo scorso. È evidente che ci s'intende riferire, in tale misura, alle suggestioni umane e poetiche, che sono fervida connotazione della produzione più alta del nostro recente passato. Dunque l'importanza della storia, intesa quale racconto umano, percorso, transienza, vita fluita nella vita; il magistero degli anni, il loro costrutto, quel sottile filamento che compone il disegno del suo ardito intreccio. E sempre nella medesima direzione - quasi orientati da un comune sentire, che segnò quell'intera epoca, - la parola della Tomassini, in modo del tutto naturale, s'incontra e affratella con quella dei grandi maestri della poesia." (dalla prefazione di Mattia Leombruno, Presidente Fondazione Mario Luzi)