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Enrico non sa spiegarsi, nemmeno ora che ha 22 anni, quali intrighi e misteri taciuti abbiano sotterraneamente determinato le dinamiche affettive del microcosmo rappresentato dall'azienda di sua madre, dove ha vissuto la sua infanzia e la sua adolescenza, prima di trasferirsi a Bologna per frequentare l'Università. Intrighi e stranezze che, dietro una facciata di normalità borghese e operaia, minavano dall'interno la vita delle famiglie che vivevano nella grande corte dell'azienda, e il cui punto focale e nello stesso tempo di ribellione e di rottura era incarnato da un ragazzo particolare, ribelle e poetico, Ales, molto più grande di Enrico, il cui suicidio, avvenuto quando Enrico aveva sette anni, era stato seguito da una specie di damnatio memoriae. Enrico, incuriosito dalla personalità di Ales, va a frugare nel bugigattolo sotto le scale, separato dal resto delle abitazioni, dove Ales aveva stabilito il suo covo e camera da letto. Qui trova molti nastri di registrazioni incisi dal ragazzo. Comincia ad ascoltarli... Viene così a conoscere e in parte intuire alcuni aspetti dell'anima di Ales, dei suoi rapporti con la madre, con il padre, con la stessa famiglia di Enrico.