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La musica è l'arte più effimera che c'è, quella che più drammaticamente rappresenta la precarietà e la finitezza della vita, ma è anche l'arte che parla più delle altre con le nostre profondità, dicendo l'indicibile, esprimendo l'inesprimibile, oltre se stessa, oltre la morte. E cos'è L'Arte della Fuga di J. S. Bach se non il brano di musica che simboleggia meglio di ogni altro il pensiero utopico di fuggire dalla certezza della fine, riproponendo simbolicamente l'inizio, dopo essere passati per la sua conclusione? E cos'altro è il suo ascolto se non una meravigliosa forma di "arte di vivere?"