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Il volume raccoglie i risultati di studi condotti nell'ambito di un progetto di ricerca di interesse nazionale (Prin 2010-2011), avente ad oggetto la lingua come fattore di integrazione sociale e politica, con specifico riferimento alle nuove minoranze linguistiche ed al ruolo dell'istruzione. La crescita di nuove minoranze linguistiche originate dai flussi migratori, divenute componente rilevante della popolazione italiana, richiede un'analisi dei relativi profili giuridici e di regolazione, al fine di valutare la capacità delle società di essere inclusive ed aperte al contributo di una pluralità di differenze, anche sotto il profilo culturale. La scuola, e più in generale l'istruzione, con la loro "naturale" apertura ad una pluralità di Identità, provenienze e appartenenze, costituiscono un ambito privilegiato di analisi delle trasformazioni che stanno investendo la società italiana, come altre-società europee. Nella, scuola, infatti, le questioni più delicate e le opportunità- aperte dal forte incremento dell'eterogeneità linguistico-culturale della popolazione possono essere colte nella loro forza ed evidenza, come in una sorta di "laboratorio sociale" dove si manifestano, nel vivo delle dinamiche dei processi formativi, le fatiche e le tensioni della convivenza tra diversi; al tempo stesso, nella scuola possono sperimentarsi percorsi di integrazione da applicare anche in ambiti extra-scolastici, nella prospettiva di una società (più) inclusiva. Il presente volume analizza il tema su una pluralità di piani: dal contesto sovranazionale ad alcuni ordinamenti stranieri, per giungere ad una puntuale analisi della situazione del nostro Paese, approfondendo in generale gli aspetti e le funzioni della lingua come oggetto del diritto e dei diritti.