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"Ne 'L'eco" (che possiamo considerare un 'racconto lungo', via intermedia fra le numerosissime short stories e i romanzi veri e propri) l'anima bella, inerte ed inerme, è quella di una giovane (c'è bisogno di aggiungere 'di famiglia borghese"?) che la morte del fratello ha inchiodato a un ruolo di vittima a tutti gli effetti: i genitori, incapaci di accettare la scomparsa dell'adorato figlio maschio, non le hanno perdonato di essergli sopravvissuta. Quando entra in scena il presunto 'sotér", colui che nelle favole aiuta il protagonista a conseguire dopo varie prove il meritato premio, non è per operare un salvifico capovolgimento, ma piuttosto - come spesso accade nelle storie della Faccioli - per suggellare definitivamente la condanna alla non-esistenza. Alma, nonostante il suo nome così classicamente carico di energia vitale, non 'deve" di fatto 'vivere". La sua assurda, anche irritante sottomissione - altra caratteristica delle figure femminili di Paola accompagnata da una sorta di umile e misericordiosa finzione (parlando del perfido marito lo definisce 'chiuso e triste", proclamandosi simile a lui) la conduce in tal modo all'isolamento totale. Tutto questo nella prima parte, nella sezione intitolata appunto 'Nell'isola"; il titolo della seconda, 'Nel mondo", parrebbe favorire la speranza di una riabilitazione, e in effetti introduce una terza figura, che resta però senza identità ('la Ragazza" è il suo unico appellativo)..." (Dalla postfazione di Silvio Raffo)