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Il libro racconta un viaggio di 15 mesi in India ma non è l'ennesimo diario di viaggio nel Subcontinente. Più si addentra nel tessuto geografico e umano del Paese, più l'autore sente il desiderio e la necessità di abbandonare la parte comoda e protetta di semplice spettatore che si limita a osservare, per calarsi in quella di soggetto che partecipa appieno alle emozioni che si vivono ogni giorno sulle strade e in tutti gli altri luoghi e non luoghi del Subcontinente. Presenta quindi l'India soprattutto attraverso una "galleria" di personaggi. La meraviglia che si prova nell'incontro con le persone che la popolano è almeno pari allo stupore di fronte al più bello dei paesaggi e dei monumenti del Subcontinente, capolavori della natura e dell'uomo a cui manca però la consapevolezza di essere tali. L'autore giunge alla conclusione che solo la conoscenza e la legittimazione reciproca, e l'osmosi di culture e pensieri differenti, sono l'antidoto possibile a fondamentalismi e steccati ideologici di cui questo nuovo millennio è sempre più intriso. Riproduzione a richiesta.