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Quella del 2015 è un'estate torrida. L'Europa arranca nella sua crisi, soffre, sembra sfaldarsi. Ci si è impoveriti, i segni sono già tangibili. E tangibile è il dolore civile che si addensa tra la gente. Paola, Stefano e i bambini decidono di staccare la connessione col virtuale e di mettersi in viaggio. Percorrono lenti e attenti i valichi, le vallate, le coste, i tratti di mare, i miti e le città che separano Parigi - dove vivono - dal Sud del Peloponneso. Percorrendo quest'angolo di continente al ritmo di chi vuole vedere, sentire, ascoltare e capire, si accorgono che in realtà il mondo che verrà si sta già profilando oltre le ceneri del mondo che piangiamo. Gli europei si stanno facendo finalmente popolo nella battaglia contro il nemico comune. I confini che la vecchia guardia protegge col filo spinato già non esistono più nella testa di milioni di persone. La politica, che ha abbandonato il suo fantasma in ostaggio delle lobby, si è rifugiata nelle comunità e torna a essere vissuta ogni giorno con emozione e responsabilità. A Delfi l'oracolo non ha lasciato dubbi: "La guerra appena cominciata sarà lunga", ha detto. "La guerra appena cominciata la vincerà la gente."