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Sulla base di suoi ricordi e di documenti conservati nel suo archivio personale, Bernardino Osio, all'epoca giovane diplomatico in servizio presso l'Ambasciata d'Italia a Buenos Aires, in un momento particolarmente tragico della storia argentina, ci descrive come visse un periodo irto di difficoltà e di grande disagio, sia all'interno dell'ambasciata che all'esterno: e l'autore non nasconde le viltà e le ottusità della vita diplomatica di quegli anni, sottolineando le colpevoli omissioni dei governi italiani dell'epoca. Nei suoi ricordi sfilano, in un insieme spesso terribile ma a volte anche grottesco, le figure ambigue del mondo politico argentino e italiano dell'epoca, assieme a quelle dolenti dei parenti italiani e italoargentini di prigionieri politici e di "desaparecidos". Fanno da sfondo numerose personalità della grande cultura argentina con le quali l'autore intrattenne rapporti amichevoli, e le cui case spesso furono per lui oasi di pace nella tragica realtà di Buenos Aires.