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Nel 1935 Adamo Pedrazzi ricorda il dipinto a Forlì presso la collezione Mugna, nel 1970 Pietro Puliatti ci informa che fino al 1930 il ritratto si trovava, per trasmissione ereditaria nella Villa Cabianca a Longa nei pressi di Vicenza. La peculiare qualità di Simone Cantarini sembra risiedere nella naturalezza con la quale indaga le espressioni di una testa e compone le eleganze più elevate, senza che sulla forma setacciata gravi alcun peso di intelletto, come dire, senza raffreddarne la temperatura della vita. Così avviene invece nell'opera del suo maestro, Guido Reni, dove all'evidenza la natura cede quasi sempre il passo all'idea. Il riemergere di un Ritratto di anziano poeta, che portava una attribuzione mai pubblicata a Guido Reni e una identificazione del soggetto nel letterato modenese Alessandro Tassoni, permette di aggiungere qualche riflessione sullo specifico impegno ritrattistico di Simone Cantarini. Credo infatti che il dipinto in esame possa essere riferito al pennello dell'artista, nativo di Pesaro, quale prova da iscrivere nei primi tempi della sua permanenza entro la bottega del grande maestro bolognese.