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"Ancor prima che di orgoglio, voglio parlare di intima emozione, privata, mai veramente espressa. Un'emozione scaturita dall'aver l'occasione di far parlare qualcuno che normalmente racconta e non parla. Proprio questo a mio avviso è il senso di mostrare e di presentare ancora una volta Federico Fellini nella sua terra. Sono onesto nel dire che, quando diversi mesi fa Davide Faccioli mi ha proposto questa esposizione fotografica, ero preoccupato. Fotografie di Tazio Secchiaroli che ritraggono Federico Fellini... e nella mia testa mi dicevo 'Che cosa possono aggiungere delle fotografie di scena al personaggio, al 'composto' felliniano?' Poi, come mia abitudine, lascio i pensieri lì, appoggiati, buttati alla rinfusa senza un vero e proprio ordine di attuazione, passano i giorni e loro iniziano a costruire delle opportunità. Opportunità: chi mi conosce sa che 'opportunità' per me è una parola viva una parola che ne sostituisce altre di uso comune e molto meno possibilistiche. Allora torniamo al perché questa esposizione ha un senso. Dopo i film, i disegni, gli scritti ho scoperto, guardando le fotografie di Secchiaroli, un Fellini giocherellone, piccolo e divertito, amante incontrollato del suo lavoro. Un Fellini nuovo per me. E allora tutto ha iniziato ad andare in una unica e precisa direzione; così, confermata l'esposizione, in una calda serata di luglio è nata, grazie a Giulio Zavatta e a Paola Spinozzi, questa pubblicazione..." (Amedeo Bartolini)