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Questo libro, a partire dal contesto in cui nasce il Fascio di Combattimento di Bologna, ripercorre le fulminanti carriere dei principali squadristi emiliano-romagnoli - Leandro Arpinati, Dino Grandi, Augusto Regazzi, Gino Baroncini... - all'interno di un gruppo di potere capace di avviluppare l'intero apparato economico e istituzionale. Con la Liberazione si riuscirà solo in parte a riscattare la città dalla presenza fascista perché, come spiega Ivan Spada: «Rimane solo il dato oggettivo della socializzazione delle perdite, non solo economiche, che è stato il frutto dei circa due decenni di governo fascista di Bologna. A partire dalle logiche clientelari e nepotistiche per la formazione della classe dirigente cittadina e per la gestione degli appalti pubblici, fino al collaborazionismo criminale con le truppe di occupazione naziste».