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La sconfitta dell'ondata rivoluzionaria in Europa, l'ostilità manifesta delle potenze imperialiste con il peso enorme della guerra civile che sconvolse la giovane Unione Sovietica tra il 1918 e il 1921 e, infine, gli interessi di una burocrazia capace di allontanarsi molto in fretta dalle classi popolari e dalle loro rivendicazioni. Sono queste, insieme al ruolo svolto dalla repressione poliziesca del dissenso, le cause che gli storici hanno individuato per spiegare come mai, dopo la spinta della rivoluzione d'Ottobre, il conflitto tra le posizioni di Trotsky e quelle di Stalin si risolse a favore di quest'ultimo, inaugurando una lunga fase involutiva e, in ultima istanza, il principio della fine del socialismo reale in Urss. Dalla «rivoluzione permanente» al «socialismo in un solo paese», Giachetti indaga con dovizia di particolari sui "dilemmi di Trotsky", vale a dire su ciò che accadde all'indomani della morte di Lenin, quando una sanguinosa guerra tra posizioni divergenti cambiò per sempre il futuro del comunismo, lasciando dietro di sé macerie capaci di pesare ancora fino ai giorni nostri sulle possibilità di riscatto per i milioni di sfruttati di tutto il mondo.