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La strada, con i suoi codici mai scritti eppure compresi da chiunque l'abbia mai calcata davvero. La piazza, con la scoperta di una politica senza chiaroscuri, quella dei disoccupati e dei senza casa, capace di squadrare in maniera netta il confine che separa chi sfrutta da chi viene sfruttato. E lo stadio, dove il rituale della battaglia nasconde un senso di appartenenza irriducibile alle logiche di un mondo completamente mercificato. Questo è il perimetro in cui l'epopea di "Fuoco ai mediocri" prende forma. Un romanzo duro e potente, scritto con il sangue agli occhi e ambientato nei quartieri e tra la tifoseria della squadra - mai nominata eppure inconfondibile - della città più grande dell'Italia meridionale.