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Quando, alla fine della prima guerra mondiale, i contadini scesero in piazza e, in città, gli operai occuparono in armi le fabbriche, l'intero ordinamento politico italiano venne sconvolto dalla domanda di un nuovo ordine sociale, presto raccolta dall'organizzazione paramilitare degli Arditi del Popolo: l'unico baluardo contro l'avanzata del fascismo. E, se i tumulti dei protagonisti del "biennio rosso" vennero soffocati nel sangue, non meno duri furono i provvedimenti emanati contro tutti quei partigiani che avrebbero voluto continuare a combattere fino a conseguire l'obiettivo di una nuova patria socialista. Ancora alle soglie degli anni Cinquanta, mentre gruppi come quello milanese della Volante Rossa si impegnavano in atti eclatanti di "giustizia proletaria", l'intero Paese insorse alla notizia dell'attentato organizzato ai danni di Palmiro Togliatti. "I soldati del popolo" di Claudia Piermarini racconta la storia degli Arditi, dei partigiani e dei ribelli italiani: uomini e donne ingiustamente dimenticati sebbene, al di fuori da ogni schema e da qualunque direttiva di partito, lottarono e morirono nel nome della giustizia e della libertà.